Three Faces presenta THREEvial pursuit: una serie di articoli tra il serio e il faceto sulle tematiche più disparate!
11 Giugno 2024StreetBOOM: celebra con noi la chiusura di StreetBook Magazine
Unisciti a noi il 22 giugno dalle 17 alle 01 al Circolo Le Panche di Firenze per celebrare l’ultimo numero di StreetBook Magazine! Festeggeremo otto anni di creatività con vari dj set, reading performativi, laboratori creativi e live painting.
È giunto il momento di celebrare un viaggio straordinario lungo otto anni, fatto di parole, colori ed emozioni. StreetBook Magazine, la nostra amata rivista free press di narrativa e grafica, giunge al suo trentesimo e ultimo numero. Un traguardo che merita una festa indimenticabile!
// Quando: sabato 22 giugno, dalle 17.00 // Dove: Circolo Le Panche, via Caccini 11, Firenze
Attenzione! Questo articolo sarà aggiornato via via che avremo conferma dei dettagli, ma intanto ecco una panoramica.
StreetBOOM: l’ultimo saluto a StreetBook Magazine
Il 22 giugno, dalle 17 alle 01, il Circolo Le Panche di Firenze si trasformerà in un crocevia di arte, musica e cultura urbana con StreetBOOM.
StreetBOOM vuole essere l’occasione per celebrare insieme la chiusura di StreetBook Magazine, rivista freepress indipendente che noi di Three Faces abbiamo prodotto con il supporto di oltre 200 artisti da tutta Italia per oltre otto anni, fino ad arrivare al trentesimo e ultimo numero. Ultimo per davvero eh, non faremo i Miyazaki della situazione.
L’evento inizierà nel pomeriggio dalle 17 con attività come live painting, laboratori creativi aperti a tutti, dj set e reading performativo, fino ad arrivare a un po’ di sana aggressività musicale che chiuderà in bellezza la serata. L’ultimo e trentesimo numero di StreetBook Magazine sarà distribuito, come al solito, gratuitamente.
Reggae Sound System e dj set
Balla per tutto il pomeriggio e la sera con il Sound reggae e dancehall di Joker Smoker e Rootsman Skank, la dubstep di Misuse e la tekno di DASST. Un viaggio tra bassi spinti e good vibes per celebrare al meglio questa occasione speciale.
Reading performativo
Lasciati trasportare dalle parole e dalla musica elettronica. Un reading performativo di Botta, arricchito dalla musica elettronica live di Misuse, darà voce e interpretazione ad alcuni dei racconti che troverai nell’ultimo numero di StreetBook Magazine. Ogni storia è un tassello del mosaico conclusivo dell’incredibile percorso che abbiamo costruito insieme.
Live painting e laboratori creativi
Metti alla prova la tua creatività con il laboratorio libero di Poster Art tenuto da Luchadora. E se invece preferisci vivere l’arte da spettatore, non mancheranno i live painting: con noi avremo a dipingere live Bue2530, Ri-Punk, Blek, Luchadora, La Dada ed Elise Brique!
Un’ultima copia esplosiva di StreetBook Magazine
Durante tutta la durata della festa potrai sfogliare, prendere, adorare e idolatrare il trentesimo e ultimo numero di StreetBook Magazine, che sarà come sempre distribuito gratuitamente.
Un enorme grazie
Un enorme grazie a tutte le persone, associazioni, collettivi, organizzazioni che hanno reso StreetBook Magazine quello che è, a tutti gli artisti e scrittori che hanno partecipato, a tutti gli sponsor che ci hanno permesso e ci permettono di andare in stampa, un grazie a Industria Toscana Vernici che ci supporta nella realizzazione di questo evento, un grazie al Circolo Le Panche che ci supporta e ci ospita, alla redazione e ai collaboratori Three Faces. Grazie!
Unisciti a noi: partecipa a StreetBOOM
Vieni a festeggiare con noi la chiusura di StreetBook Magazine e a salutare con affetto una parte importante della nostra vita culturale. Sarà una serata di emozioni, ricordi e tanta, tanta creatività (nessuna vera esplosione, promesso). Avremo drink a prezzi popolari e un delizioso aperitivo con panini e altro, per far sì che non manchi proprio nulla.
🖤 Ti aspettiamo quindi il 22 giugno dalle 17.00 al Circolo Le Panche in via G. Caccini 13b a Firenze.
Attenzione! L’ingresso è riservato ai soci Three Faces, con un costo della tessera sociale di 5 €, che include una bevuta per iniziare al meglio la serata. [...]
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2 Maggio 2024Torino Una Sega Una Sega 3 || 12.05.24 || Un reading iconoclasta
Domenica 12 maggio, dalle 21 al Lumen (via del Guarlone 25, Firenze), lanciamo la terza edizione di un grandioso reading letterario sulla scia del leggendario Torino Una Sega, che ormai si è trasferito (o meglio, i suoi genitori si sono trasferiti) a Torino! Porta un tuo testo più uno altrui e dacci sotto (l’importante è che faccia accapponare la pelle).
Nasceva alternativo ed è finito dritto dritto al Salone di Torino… Torino Una Sega Una Sega! Terza edizione iconoclasta.
Plagio deliberato del leggendario evento letterario fiorentino rovinosamente elevato a monumento di se stesso dai suoi stessi creatori, che salutiamo con affetto.
Serata di letture a voce alta aperta a chiunque.
Regolamento:– 5 minuti a testa– Leggi una cosa tua + una cosa di qualcun altro– Leggi cose che fanno accapponare la pelle
Per i neofiti della scena letteraria fiorentina vi lasciamo qui qualche approfondimento vario sulle edizioni originali.
La sobrissima grafica dell’ultima edizione.
Torino Una Sega 2 (Chiara Rea per Via Dei Serpenti)Torino Una Sega 2 (Fulvio Paloscia per La Repubblica) Torino Una Sega 3 (Scrittori Precari)StreetBook Magazine #1 – Edizione TUS X
Attenzione! L’entrata è riservata ai soci di ICVCV APS. La tessera può essere fatta all’ingresso, la quota sociale ha un costo di 5 € e garantisce l’entrata libera allo spazio per il 2024. [...]
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27 Marzo 2024Refresh || StreetBook Magazine chiude: Three Faces apre un nuovo capitolo con Resina
L’ultimo numero in assoluto di StreetBook Magazine, una festa per celebrare quest’avventura e una nuova scintillante pubblicazione in arrivo
Lo sappiamo, non vi stiamo aggiornando da un po’ su cosa bolle in pentola in Three Faces ma tranquilli, è solo calma apparente: in realtà sono moltissime le novità in canna per il prossimo futuro, che vi riveleremo via via.Iniziamo a bomba con un annuncio agrodolce: il prossimo numero di StreetBook Magazine, il 30, sarà l’ultimo in assoluto ad essere pubblicato.
Il prossimo numero di StreetBook Magazine, il 30, sarà l’ultimo in assoluto ad essere pubblicato
Sì, scende una lacrimuccia pure a noi nello scriverlo, ma è giusto così e anche questa scelta è stata attentamente ponderata. Siamo arrivati alla cifra tonda, al numero 30, e sapete quanto siamo legati come Three Faces al numero 3 e ai suoi multipli. Siamo arrivati a 9 anni dall’inizio di questa avventura, con più di 200 autori pubblicati e infinite soddisfazioni ottenute, come quella di essere la rivista free press letteraria e artistica più longeva del panorama fiorentino. Ma ogni cosa è bene che abbia una fine, prima di iniziare a trascinarsi per inerzia fino al completo svuotamento di significato. E poi, citando ciò che disse durante una nostra presentazione un amico, decano delle riviste letterarie: “le riviste nascono per morire”.Abbiamo creato StreetBook per dare voce a nuovi autori e, soprattutto, per avvicinare i più giovani alla lettura e all’arte con contenuti mirati e di qualità. Ma, ahinoi, s’invecchia anche all’interno delle redazioni, e con l’avanzare degli anni ci siamo resi conto che i contenuti che ci arrivavano e che ci piacevano erano progressivamente – e pure logicamente – sempre più adeguati alla fascia d’età 30/40 che a quella Under 30. StreetBook stava via via perdendo il suo senso originario, la sua identità e la sua missione, quindi è bene dire basta. Ma non prima di aver sparato l’ultimo, fragoroso, botto.Il numero che stiamo preparando sarà una vera e propria bomba che racchiuderà la storia della rivista e anche alcune belle novità, perché l’idea di chiudere in maniera banale non ci passa nemmeno per la testa. Ritroverete tanti amici che hanno animato le nostre pagine nel corso degli anni, insieme a diverse new entry che animeranno i progetti futuri. Troverete momenti malinconici e spunti per il futuro. Troverete, senza dubbio, la Passione che sta dietro a questa avventura.E troverete pure una grande festa di chiusura, in programma per Giugno, ma questa ve la racconteremo più avanti.
Dacci una mano a rendere questa chiusura speciale!
Dato che teniamo particolarmente a questo numero e vogliamo che sia il più diffuso possibile, vi chiederemo una piccola mano per la realizzazione, dopo tanti anni di intrattenimento gratuito.Abbiamo infatti impostato una campagna di crowdfunding, che potete trovare qui, per aumentare esponenzialmente la tiratura di questo numero e riuscire a tornare in distribuzione su tutta Firenze per l’ultima volta. In cambio di questo piccolo sostegno, oltre alla nostra sempiterna gratitudine, abbiamo pensato anche a diversi tipi di reward che scoprirete aprendo il link e facendo una piccola donazione che ci aiuterà a coprire le spese di stampa e di realizzazione della festa di giugno.Quindi, ringraziandovi anticipatamente per il sostegno che vorrete darci, eccoci a darvi la seconda grande notizia di giornata. Perché sì, per una porta che si chiude, come sempre, c’è un portone che si apre!
Per una porta che si chiude, come sempre, c’è un portone che si apre!
Stiamo infatti lavorando da mesi, sottotraccia, ad una nuova pubblicazione periodica, Resina, che abbraccerà sia il lato fisico che quello virtuale, interamente ideata e realizzata dalla frangia più giovane dell’associazione, e cioè Moise Rutz, Rossella Cipro, Alexa Selva e Riccardo Robaudi, proprio per rientrare in contatto con il nostro target preferito, quello composto da ragazzi e ragazze! Il nuovo progetto vedrà la luce nei prossimi mesi ed è ancora top secret, ma abbiamo in mente alcune occasioni nelle quali interpellarvi e coinvolgervi nel processo conclusivo della gestazione di questo nuovo prodotto editoriale, come ad esempio la festa di chiusura di StreetBook e altri che vi riveleremo più avanti.Di carne al fuoco ne abbiamo parecchia e siamo carichissimi per questa ondata di novità, quindi continuate a seguirci per rimanere aggiornati.Intanto vi aspettiamo a giugno per festeggiare tutti insieme il percorso di StreetBook Magazine e per una corposa serie di brindisi, musica e creatività!
Per il momento vi lasciamo come sempre col nostro motto:
Lotta, leggi, pensa, vivi. Non estinguerti.(…o se proprio devi, fallo con stile)
SOSTIENI LA STAMPA DELL’ULTIMO NUMERO: PARTECIPA AL CROWDFUNDING!
Per maggiori informazioni info@threefaces.org o 3534330698 [...]
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20 Gennaio 2024RecuperArti || 27 gennaio, 1 e 3 febbraio || ZAP – Zona Aromatica Protetta + Palazzo Vecchio
Tre giornate di riflessione sulla sostenibilità attraverso l’arte
Sabato 27 gennaio, giovedì 1 e sabato 3 febbraio, ospiti del bellissimo spazio di ZAP – Zona Aromatica Protetta (vicolo Santa Maria Maggiore 1, Firenze) e di Palazzo Vecchio (Piazza della Signoria) avranno luogo i tre incontri della rassegna RecuperArti, dedicata al tema della sostenibilità. I tre incontri declineranno la tematica della sostenibilità attraverso le famose “Quattro R” (Recupero, Riutilizzo, Riciclo e Riduzione), rappresentata attraverso i due linguaggi di espressione artistica della pittura e della musica, in un’ottica di stimolo e riflessione collettiva.L’iniziativa si lega alla terza edizione di Second Life – Tutto torna, concorso promosso da Alia SpA e dedicato alle opere di giovani artisti che scelgono di interrogare la loro vena creativa sul rapporto con la sostenibilità, uno dei valori di massima attenzione del nostro tempo. Le opere vincitrici del concorso saranno esposte a Palazzo Vecchio, ed è proprio qui che inizieranno due delle giornate di RecuperArti, con la visita alla mostra e la generazione di idee grazie al coinvolgimento del pubblico. Sabato 3 febbraio, dopo la visita alla mostra, seguirà una passeggiata collettiva nel centro di Firenze fino agli spazi di ZAP, dove si terrà un incontro incentrato su una performance musicale live e un momento di riflessione e confronto sull’argomento della sostenibilità.
RecuperArti, il 27 gennaio, 1 e 3 febbraio 2024 a Firenze
La rassegna inizierà alle 19.00 di sabato 27 gennaio presso ZAP, dove si terrà Cromatismo, un’installazione-performance artistica su materiali di recupero, realizzata e dipinta live da James Vega, urban artist peruviano attivissimo sul territorio toscano e che da molti anni produce alcuni dei suoi interventi artistici su materiali abbandonati in ottica di denuncia e rivalutazione effimera di rifiuti urbani.
Durante la performance sarà presente un pannello interattivo in cui tutti i partecipanti potranno esporre il proprio punto di vista, spunti e riflessioni sulla tematica della sostenibilità e delle Quattro R, oltre che sul ruolo che l’arte può avere nella sensibilizzazione sulla materia.La raccolta di idee e spunti proseguirà giovedì 1 febbraio presso Palazzo Vecchio, con una visita alla mostra Second Life – Tutto torna in compagnia di Three Faces, e con il pannello interattivo su cui i partecipanti continueranno ad esprimere i propri punti di vista.Questi spunti, insieme ad altre riflessioni, saranno poi affrontati sabato 3 febbraio alle 19.00 presso ZAP, durante una tavola rotonda realizzata in collaborazione con Cooperativa Mare: un momento di scambio e dibattito tra i partecipanti all’evento e gli esponenti di varie associazioni e realtà del territorio fiorentino come Greenapes, Lumen Firenze e altri.
A chiudere l’iniziativa, alle 20.30 di sabato 3 febbraio, sarà il live set elettronico Troglo Noise di Lampreda, nome d’arte di Simone Vassallo (membro o ex membro di vari gruppi e progetti musicali quali Lampredonto, Caveiras, Bestilla e Sex Pizzul), che inserirà nel suo spettacolo alcuni strumenti realizzati con materiali di recupero come vecchi telefoni e rifiuti di vario genere.
|| Programma 27 gennaio @ ZAP ||
h. 19.00 | Performance Cromatismo di James Vega + pannello interattivo e generazione di idee
|| Programma 01 febbraio @ Palazzo Vecchio ||
h.17.00 – 19.00 | Visita alla mostra Second Life – Tutto Torna @ Palazzo Vecchio + pannello interattivo e generazione di idee
|| Programma 03 febbraio @ Palazzo Vecchio + ZAP ||
h. 17.00 | Meeting Point @ Palazzo Vecchio con visita mostra Second Life – Tutto Torna
h. 18.30 | Passeggiata collettiva verso ZAP – Zona Aromatica Protettah. 19.00 | Momento di confronto tra pubblico ed esponenti di associazioni del territorioh. 20.00 | Live set Troglo Noise di Lampreda
Per maggiori informazioni info@threefaces.org o 3534330698 [...]
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22 Novembre 2023ArrostiCulture || Cena benefit con arrosticini e vino no stop || 30.11.23
C’era una volta un luogo incantato in cui gli arrosticini non avevano fine e, mangiandoli, si poteva dar sostegno alla cultura indipendente non profit… e tu, quest’anno, puoi farne parte!
Giovedì 30 novembre arriva ARROSTICULTURE, l’all you can eat di arrosticini e cultura (con opzione vegetariana) che ti permette di sostenere l’associazione non profit Three Faces con una serata all’insegna del buon cibo dello chef Lorenzo Forcellini, nella cornice de La Selva Home Restaurant (.
La cena, oltre che gli amati arrosticini, avrà a disposizione contorni, dessert e vino rosso no stop e sarà anche occasione per ritirare la tua copia gratuita dell’ultimo numero di StreetBook Magazine. E se non mangi la carne sono disponibili alternative veg su richiesta, quindi non puoi proprio mancare!
Il numero di posti è limitato e la prenotazione è obbligatoria, quindi non esitare oltre e riserva i tuoi posti per partecipare alla cena benefit più goduriosa che mai!
Per qualunque dubbio puoi contattarci al +39 353 433 0698 (anche WhatsApp) o scrivendo a info@threefaces.org [...]
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6 Novembre 2023Karashò Magazine || Nuova rivista creata da Under 20
Oggi siamo lieti di presentarvi Karashò Magazine, la nuova rivista di narrativa e grafica creata interamente da ragazzi e ragazze Under 20 con il supporto di Three Faces. Il progetto, nato spontaneamente all’interno del book club autogestito promosso all’interno di Detonazioni Culturali, ha visto la luce venerdì 27 ottobre in occasione della conferenza di chiusura della stessa rassegna realizzata con il sostegno di Fondazione CR Firenze all’interno del bando Partecipazione Culturale 2022.
La rivista fisica, i cui contenuti sono ispirati ai testi letti durante il percorso del book club, è stata realizzata in tiratura ridotta, ma siamo sicuri che verrà presto ristampata e avrà un brillante futuro davanti a sé. Per il momento vi regaliamo la versione sfogliabile in digitale e qualche foto del lancio della scorsa settimana.
EDITORIALEAll’inizio del nostro ultimo anno di liceo ci viene proposta la realizzazione di questo progetto da parte di due ragazzi dell’Associazione Three Faces. Karashò nasce come un book club autogestito con a disposizione uno spazio in cui creare, degli editori e il supporto di chi ha più esperienza di noi.La rivista doveva ritenersi conclusa a giugno, ma come potete notare i tempi si sono allungati e da che eravamo un bel gruppo siamo rimasti in tre…Ma così è nato Karashò magazine, un prodotto editoriale articolato e composto da una manciata di racconti e illustrazioni, totalmente sconnessi fra loro, ma uniti dall’ispirazione presa dai libri letti nel corso del Book Club e dal tema centrale della metamorfosi, intesa, interpretata e rappresenta sotto diversi aspetti.
Una metamorfosi, che in realtà, è presente anche nel titolo: la parola “karashò” è stata inventata dallo scrittore Anthony Burgess, autore, tra le altre cose, di Arancia meccanica. Deriva da “karasciò”, dal russo “bene”, “tutto in ordine” o qualcosa del genere ed è in diretto contrasto con il caos creativo che caratterizza l’insieme dei contenuti raccolti nella nostra rivista.
Naturalmente in tutto questo tempo le nostre idee iniziali sono state ridimensionate e oserei dire anche sconvolte, ma speriamo molto che vi possa piacere…
Detto questo, non ci resta altro che augurarvi un buon viaggio.
Benvenuti in Karashò!
|| Hanno partecipato a questo numero ||
Federico Bellocci
Giovanni Taddei
Eleonora Pecorella
Anna Federico
Alessandro Bellocci
La presentazione di Venerdì 27 Ottobre || Biblioteca Buonarroti [...]
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1 Novembre 2023STREETBOOK MAGAZINE #29 Beer Party || 19.11.23
Domenica 19 novembre, dalle 18.00 in poi alla Public House 27 (Via Palazzuolo 27), vieni a farti una birra in compagnia della redazione di StreetBook Magazine in occasione dell’uscita del fantastico numero 29!
Unisciti a Noi per la Festa di Lancio di STREETBOOK MAGAZINE #29
Una Serata di Celebrazione e Connessioni Creative
Domenica 19 novembre dalle 18.00 in poi, la Public House 27 (in Via Palazzuolo 27) sarà la cornice per la celebrazione del lancio del numero 29 di StreetBook Magazine. Non è solo una festa, ma un’occasione per immergersi in un’atmosfera di idee e creatività.
Fatti una birra con la redazione di StreetBook Magazine! Avrai l’opportunità di rivedere di persona o conoscere i volti che si nascondono dietro le pagine della rivista, scambiare idee e generarne di nuove. Ogni nuovo numero di StreetBook Magazine è un evento di per sé, e questa festa non fa eccezione.
Sarà un’ottica occasione per ottenere la tua copia fresca del nuovo numero e partecipare a giochi a premi targati StreetBook Magazine. E le sorprese non finiscono qui. Avrai anche l’opportunità di incontrare i fondatori della neonata Karashò Magazine, una pubblicazione indipendente creata da ragazzi Under 20 con il supporto di Three Faces.
E ricorda, se porti con te un vecchio numero di StreetBook, riceverai uno sconto di un Euro sulla tua prima birra, con una selezione tra Pils, Bianca e Gialla. È un modo per celebrare non solo l’attuale edizione ma anche il viaggio che StreetBook Magazine ha fatto finora.
Per ulteriori dettagli o informazioni, non esitare a contattarci via email a threefacespublish@gmail.com o chiamaci al +39 353 4330 698. Non vediamo l’ora di brindare insieme a te a questa nuova pietra miliare di StreetBook Magazine! [...]
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10 Ottobre 2023Post Explosion || Karashò Magazine + Chiusura di Detonazioni Culturali || 27.10.23
Venerdì 27 ottobre alle 16 presso la Biblioteca Buonarroti (V.le Guidoni 188) si terrà Post Explosion, l’incontro conclusivo di Detonazioni Culturali, rassegna promossa da Three Faces grazie al contributo di Fondazione CR Firenze: sarà l’occasione per tirare le fila dell’iniziativa, durata un anno, composta da molteplici incontri artistici, laboratori, serate di intrattenimento creativo e attività peer-to-peer rivolte ai ragazzi.
Venerdì 27 ottobre alle 16 presso la Biblioteca Buonarroti (V.le Guidoni 188) si terrà Post Explosion, l’incontro conclusivo di Detonazioni Culturali, rassegna promossa da Three Faces grazie al contributo di Fondazione CR Firenze: sarà l’occasione per tirare le fila dell’iniziativa, durata un anno, composta da molteplici incontri artistici, laboratori, serate di intrattenimento creativo e attività peer-to-peer rivolte ai ragazzi.
E proprio i ragazzi partecipanti al book club autogestito promosso da Three Faces presenteranno in questa stessa occasione il frutto dei loro incontri, concretizzatosi sotto forma di fanzine artistico-letteraria dal titolo Karashò Magazine, ispirata dalle letture affrontate e interamente auto-prodotta in tiratura limitata.
Post Explosion sarà inoltre un momento di aggiornamento sugli sviluppi futuri dell’associazione e sui progetti in cantiere per il 2024.I posti in sala saranno limitati ed è gradita la prenotazione (manda una mail a info@threefaces.org per riservare il tuo posto), ma è prevista una diretta Instagram dalla pagina Three Faces.
Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “PARTECIPAZIONE CULTURALE”, il Bando tematico che la Fondazione dedica al sostegno di programmazioni culturali finalizzate a potenziare la partecipazione attiva della comunità locale e l’inclusione sociale delle periferie.
Per maggiori informazioni:threefacespublish@gmail.com+39 353 4330 698 [...]
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2 Ottobre 2023C4: fine di una bella avventura e un nuovo inizio per Three Faces
Dopo esserci presi un po’ di tempo per elaborare l’ultimo estenuante periodo e ricaricare le batterie, eccoci qua a ufficializzare ciò che chi ci segue più assiduamente già sa: C4 – Centro di Contaminazione Creativa e Culturale, quella che è stata la nostra casa per oltre un anno e mezzo, non riaprirà.
La notizia è passata un po’ in sordina: abbiamo dato l’annuncio con un semplice post sui social a fine luglio e abbiamo celebrato la chiusura con una cena e con un ultimo evento, circondati dall’affetto dei soci e dei frequentatori più assidui. Sono stati momenti di grande commozione, ma altrettanto grande carica per il futuro. Ciò che vogliamo sia chiaro è che la chiusura di C4 non rappresenta affatto la fine della lunga storia Three Faces, ma un nuovo brillante inizio.Siamo qui infatti per spiegare le ragioni che ci hanno portato a questa decisione e regalarvi qualche piccola anticipazione sui nostri progetti futuri.
Perché abbiamo chiuso C4
Per quanto riguarda la chiusura di C4 si è trattata di una scelta consapevole dopo mesi di attenta valutazione e autoanalisi di gruppo: a livello di frequentazione il supporto del pubblico non è mai mancato, così come non è stata una motivazione meramente economica a spingerci a questo passo.
Il fondamento di questa scelta è puramente strategico: la gestione di uno spazio culturale indipendente com’è stato C4 è un processo profondamente impegnativo per un gruppo di volontari come quello che compone Three Faces, sia a livello di risorse umane che monetarie. Per garantire una sostenibilità economica, non avendo una grande disponibilità personale da investire e scarsissimi aiuti esterni, c’è da riempire un calendario di eventi, coordinare le varie realtà coinvolte, promuovere le iniziative, presenziare ogni giorno eccetera eccetera, per racimolare quasi 1500 euro al mese, tra affitto, utenze e materiali. Per il lato di gestione pratico poi, serve il lavoro gratuito di tantissime persone, che affiancano alla propria attività principale un onere non di poco conto. Le energie non sono infinite e qualcosa va, per forza di cose, sacrificato.
Bene, dopo la suddetta analisi ci siamo resi conto che ciò che stavamo sacrificando era proprio la scintilla vitale di Three Faces, ciò che ci ha tenuto in vita per quasi dieci anni di attività associativa: la creatività.
Rimettere al centro di Three Faces la creatività
Le riunioni degli ultimi sei mesi si stavano trasformando in meri aggiornamenti sulla gestione quotidiana dello spazio e sull’organizzazione degli eventi che ospitavamo, molto spesso affidati ad altre realtà culturali. Ogni nuovo progetto, idea o collaborazione che non avesse direttamente un legame con C4 veniva automaticamente respinto, rimandato o accantonato per mancanza di energie. La nostra fiamma, come singoli e come gruppo, si stava lentamente spegnendo, soffocata dalla fatica e dall‘insoddisfazione.Da qui l’illuminazione: Three Faces è nata per creare contenuti, non per essere un contenitore.
Back to the roots
L’associazione e StreetBook sono nati essenzialmente perché il mondo culturale, per come ci appariva, ci annoiava mortalmente: siamo da sempre appassionati lettori, ma rifuggivamo le canoniche presentazioni di libri; siamo appassionati d’arte, ma i classici vernissage ingessati nelle gallerie ci facevano venire le bolle.
Nel nostro piccolo, con arroganza giovanile e spirito punk, abbiamo per anni fatto ascoltare la nostra voce e mostrato il nostro metodo di approccio, facendo confluire nel tempo mille rivoli diversi accomunati da una sola volontà: mostrare che leggere un libro o godersi un quadro non sono attività da riservare esclusivamente ai banchi di scuola e delle università, che non sono attività “solo per intellettuali”, ma che possono arricchire chiunque, a prescindere dall’estrazione o dalla preparazione.
Ecco, la gestione di C4 ci ha portato, per necessità, a ospitare eventi, presentazioni e attività che non avrebbero convinto i noi stessi più giovani. Proseguire su quella strada, alla lunga, avrebbe definitivamente spento la nostra fiamma vitale, vanificando la nostra esperienza e quello che possiamo offrire al nostro pubblico o allineando i nostri sforzi a ciò che invece volevamo cambiare agli albori dell’associazione.
Quindi grazie C4, sei stato un capitolo bellissimo della storia Three Faces, un esperimento necessario per crescere e per conoscerci meglio.
Grazie mille, ma ora voltiamo pagina e iniziamo un altro capitolo, che chiuda il cerchio con quello iniziale.Perché, anche a questo giro, col cazzo ci estinguiamo!
Vuoi darci una mano?
Vogliamo riportare il centro dell’attività associativa sulla ricerca di nuovi modi e linguaggi per promuovere la cultura, l’arte e il pensiero. Sul dove farlo lo valuteremo in seguito, prima concentriamoci sul cosa dire, poi sul dove. Anche se le idee in merito non mancano: per fortuna infatti negli ultimi anni sono nati vari altri luoghi a Firenze, impegnati nella nostra stessa missione e che sentiamo affini. Spazi e realtà con cui creare sinergie, collaborazioni e che possano ospitare i nostri nuovi contenuti.Quindi continuate a seguirci per sapere dove metteremo in pratica le nuove idee che partoriremo in questa rinascita! E, come sempre, aspettiamo a braccia aperte nuove teste e nuovi punti di vista: se vuoi farne parte manda una mail e vieni ad una delle nostre riunioni, d’ora in avanti totalmente improntate alla creatività e a nuovi progetti! [...]
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18 Maggio 2023PerformIA Culture
Artisti e AI
(parte 3)
Puntata 5
PerformIA Culture torna con una nuova puntata nel viaggio virtuale tra le opere di artisti che nel loro percorso creativo hanno deciso di sperimentare, esplorando la relazione tra capacità umana e tecnologia. Oggi approfondiamo il lavoro di Sofia Crespo, Harshit Agrawal e Tom White.
Le opere di Sofia Crespo sono caratterizzate, in modo particolare, da una forte interazione tra biologia, tecnologia e natura. Uno dei suoi principali interessi è studiare il modo in cui la vita organica utilizza meccanismi artificiali per simulare sé stessa ed evolversi, implicando l’idea che le tecnologie siano un prodotto della vita organica che le ha create e non un elemento distante e separato. Si fa portavoce di un punto di vista inclusivo sull’interazione uomo-tecnologia. La sua arte si concentra sulla creazione di organismi sintetici e di paesaggi digitali immaginari generati da algoritmi e da tecniche di machine learning. Le sue opere spesso prendono forma in immagini e sculture generative che sembrano mescolare elementi biologici e tecnologici in modo armonioso.
Artisti e AI – Sofia Crespo
Un aspetto interessante delle opere dell’artista è l’interazione tra le diverse parti delle opere stesse. Ad esempio, alcune delle sue sculture digitali sono composte da diverse parti che sembrano interagire tra di loro, creando un effetto di vita e movimento. In questo modo, Crespo esplora il concetto di simbiosi e di interazione tra diversi organismi. Le sue opere combinano tecniche avanzate di modellazione e stampa 3D, ad algoritmi e tecniche di machine learning per generare forme organiche e suggestive, come nella serie di sculture Symbiotic Spheres in cui organismi sintetici con strutture complesse e dettagliate che richiamano le forme della natura, sembrano vivere e respirare. In Botanica Absentia troviamo un’altra serie di sculture che rappresentano piante immaginarie, create attraverso la combinazione di elementi naturali e sintetici, che esplorano il concetto di ibridazione tra la natura e la tecnologia.
Harshit Agrawal è un artista che, attraverso le sue opere, esplora le relazioni tra l’uomo e l’ambiente, attraverso temi come la natura, la sostenibilità, la spiritualità e l’identità. Utilizza la tecnologia in diversi modi combinandoli tra loro e invitandoci a riflettere sul nostro rapporto con le nuove tecnologie. Spesso incorpora elementi di realtà mista a finzione per creare opere che esplorano la linea sottile tra reale e virtuale.
Artisti e AI – Harshit Agrawal
Nella serie Latent Landscapes, ad esempio, utilizza il tema del paesaggio reinterpretandolo attraverso l’uso delle GAN e modificando successivamente gli output generati, spingendosi al limite del processo creativo condiviso con la macchina. Nella serie Masked Reality Agrawal coniuga tradizione e Intelligenza artificiale in un’opera interattiva in cui il volto di uno spettatore si trasforma in tempo reale nell’immagine di maschera rituale indiana. Harshit Agrawal è un precursore nell’uso dell’AI con le sue opere, oltre a riuscire a combinare in modo assolutamente armonico tecnologia e tradizione.
Tom White è un artista neozelandese interessato a studiare attraverso strumenti di Intelligenza Artificiale come le macchine riconoscono, articolano e interpretano il mondo intorno a loro. La sua opera indaga lo sguardo algoritmico, man mano che la percezione della macchina diventa più pervasiva nella nostra vita quotidiana, il mondo visto dai computer diventa la nostra realtà dominante. White esplora questo fenomeno dando agli algoritmi una voce con cui parlare, creando stampe fisiche astratte, classificate e riconosciute in modo affidabile dalle reti neurali.
Artisti e AI – Tom White
Nella serie Synthetic Abstractions progetta sistemi di disegno che consentono alle reti neurali di produrre stampe a inchiostro astratte che rivelano i loro concetti visivi. Sorprendentemente, queste impronte sono riconosciute non solo dalle reti neurali che le hanno create, ma anche universalmente, dai sistemi di Intelligenza Artificiale che sono stati addestrati a riconoscere quegli stessi oggetti. Utilizzando il sistema di disegno fornito, le reti neurali esprimono direttamente in semplici disegni a inchiostro le proprie versioni di queste categorie, creando forme astratte che trasmettono la loro comprensione del mondo. La composizione, le linee e i colori sono scelti dalle reti neurali che tentano di fare in modo che il disegno rappresenti al meglio il concetto.
Sebbene queste reti siano state addestrate solo su immagini del mondo reale, quando sono costrette a esprimersi in modo astratto sono in grado di creare forme più semplici che corrispondono alle loro rappresentazioni interne. Dopo aver effettuato una stampa, l’artista verifica che il disegno generato dal computer sia ampiamente riconosciuto da altri sistemi di visione di AI. Ad esempio, dai sistemi di riconoscimento delle immagini di Google e Amazon. Questo suggerisce all’artista che le forme sono compatibili con un linguaggio visivo universalmente riconosciuto dalle macchine. Per l’artista la capacità di rappresentare astrattamente concetti che a nostra volta riconosciamo, suggerisce che potremmo avere più cose in comune con le macchine che stiamo creando, di quanto realizziamo.
PerformIA Culture – Artisti e AI (parte 3) [...]
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27 Aprile 2023PerformIA Culture
Artisti e AI
(parte 2)
Puntata 4
PerformIA Culture prosegue con il percorso alla scoperta degli artisti che hanno deciso di sperimentare attraverso strumenti di intelligenza artificiale. È interessante osservare come molti degli artisti che operano in questo campo non nascano come tali, ma approdino al mondo dell’arte successivamente, ad esempio a seguito dei propri studi e della propria formazione scientifica.
Un punto di vista molto interessante ce lo dà Mike Tyka, artista multidisciplinare che nasce come scienziato. Si forma, infatti, in Biochimica e Biotecnologia ed è proprio ispirandosi alla struttura delle molecole proteiche che realizza le sue prime opere d’arte. La sua produzione artistica coniuga la scultura tradizionale e la tecnologia moderna, come la stampa 3D e le reti neurali artificiali. Nella serie Sculture molecolari, le opere rappresentano proteine molecolari realizzate in vetro colato e bronzo e sono basate sulle precise coordinate di ogni rispettiva molecola, attraverso le quali esplora la bellezza nascosta di un microcosmo invisibile. Nella serie AI Deepdream, Tyka esplora il potenziale degli algoritmi DeepDream e delle GAN come mezzo e strumento artistico, attraverso la creazione di immagini create simultaneamente e sovrapposte: i risultati riportano a una dimensione onirica e allucinogena.
Un altro artista che proviene dal mondo della ricerca scientifica è Memo Atken, ingegnere e informatico che da tempo lavora e sperimenta tecnologie in grado di creare immagini, suoni e installazioni, con l’obiettivo di arrivare al cuore della natura e della condizione umana, esplorandola in ogni suo aspetto e mostrandoci le infinite connessioni del mondo intorno a noi attraverso strumenti sempre nuovi.
Affascinato dall’Intelligenza Artificiale e dal rapporto uomo-macchina, dà vita al progetto Learning to See, in cui il pubblico può modificare a piacimento una serie di oggetti disposti su una superficie inquadrata da una telecamera, le cui immagini vengono poi rielaborate da una serie di reti neurali addestrate con diversi set di dati che rimandano agli elementi naturali e allo spazio. In questa opera, utilizzando algoritmi di Machine Learning vengono generati output simili a quelli che potrebbero essere creati da un essere umano attraverso l’osservazione di ciò che lo circonda, invitandoci a riflettere sul tema della percezione e su come la nostra visione, così come quella della macchina, sia influenzata dal nostro pregresso, dal nostro passato.
Nella serie Meditations, installazione audiovideo di lunga durata, Atken invita lo spettatore a intraprendere un viaggio spirituale attraverso l’osservazione di immagini e suoni in continuo mutamento, narrati attraverso l’immaginazione di una profonda rete neurale artificiale. Lo scopo è quello di farci percepire come la nostra esistenza sia strettamente connessa all’equilibrio evolutivo del mondo in cui viviamo.
Tra gli artisti italiani che utilizzano strumenti d’innovazione tecnologica per la realizzazione delle proprie opere, troviamo Mauro Martino. Artista e scienziato, pioniere nell’uso delle reti neurali artificiali nel campo della scultura, Martino ha creato nuovi linguaggi espressivi fino ad arrivare alla realizzazione di opere materiche in stampa 3D, tra cui il David, realizzato ispirandosi dalla famosa opera di Michelangelo.
Nell’opera Strolling Cities trova un punto d’incontro tra le nuove tecnologie e l’approccio umanistico in un progetto che unisce AI generativa, voce umana, poesia e paesaggio urbano. Le video istallazioni dedicate a dieci città italiane sono state realizzate alimentando le AI generative con set di dati composti, oltre che da milioni di immagini fotografiche inedite – scattate appositamente per la realizzazione del progetto – e da poesie e prose poetiche dedicate alle città. Per farlo, la macchina ha imparato ad assimilare stringhe di nomi, aggettivi e descrizioni proposte attraverso la voce umana: tutti dati che sono stati usati come input per immaginare paesaggi urbani. Alle scelte estetiche, quindi, è stata affiancata la tecnologia Voice-to-City, che permette di interagire con la macchina attraverso la voce e la poesia.
In Strolling Cities le parole diventano immagini che la macchina genera agganciandole fra loro, codifica un linguaggio legato al paesaggio e genera immagini on the fly, imparando come si fanno le città e inventandole insieme alla voce dell’utente. Mauro Martino consente, attraverso l’opera, la fruizione di una nuova esperienza di poesia visuale realizzata insieme all’Artificial Intelligence. Queste sono le città che esistono e non esistono, e non ce ne saranno mai due uguali.
Appuntamento al prossimo episodio di PerformIA Culture, in cui continueremo la nostra esplorazione alla scoperta degli artisti che usano le AI come fonte di ispirazione. [...]
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16 Marzo 2023PerformIA Culture
Artisti e AI
(parte 1)
Puntata 3
Continua il viaggio di PerformIA Culture alla scoperta del rapporto tra arte e tecnologia. La rubrica nasce all’interno del laboratorio creativo di PerformIA Festival, e in questo appuntamento parleremo degli artisti che negli ultimi anni hanno deciso di sperimentare con l’Intelligenza Artificiale. In questa tappa conosceremo: il collettivo Obvious, Mario Klingermann, Anna Ridler e Refik Anadol, tutti grandi innovatori che hanno aperto un nuovo sentiero nella produzione artistica.
Artisti e AI – Collettivo Obvious – Ritratto di Edmond de Belamy
Nel 2018 per la prima volta il grande pubblico sente parlare di arte generata da Intelligenza Artificiale, quando presso la prestigiosa casa d’aste Christie’s viene venduta a una cifra elevatissima quella che poi sarà considerata la prima opera di artistica generata da AI: il famoso Ritratto di Edmond de Belamy, parte di una serie di ritratti ideata dal collettivo francese Obvious.
L’opera porta come firma l’algoritmo che lo ha generato ed è stata realizzata da una GAN (Generative Adversarial Networks), addestrata e alimentata da un set di dati composto da 15.000 ritratti dipinti tra il XV e il XX secolo. A prima vista, essa sembra inserirsi all’interno del filone della ritrattistica tradizionale, con il soggetto in posa, posizionato di tre quarti, in camicia bianca e abito scuro, ma a uno sguardo più approfondito si notano i contorni della figura poco definiti e i tratti del volto delineati sommariamente e sfumati, con i lineamenti che si perdono in una rappresentazione onirica del gentiluomo immaginario.
Da questo momento in poi, com’era prevedibile, si sono aperte importanti discussioni e accesi dibattiti nel mondo dell’arte sull’importanza del fattore umano combinata alla macchina all’interno del processo di creazione artistica e sulla paternità delle opere realizzate da AI, su chi possa effettivamente definirsi l’artista, se l’uomo o l’Intelligenza Artificiale.
Artisti e AI – Mario Klingemann – Memories of Passersby
L’anno successivo, nel 2019, un’altra illustrissima casa d’aste Sotheby’s batte l’opera Memories of Passersby di Mario Klingemann, creata da un complesso sistema di reti neurali addestrato a generare un flusso infinito di ritratti inediti e irripetibili. L’installazione si compone di una consolle in legno, realizzata a mano, al cui interno si trova il cervello dell’intelligenza artificiale che crea, in continuazione e in tempo reale, volti maschili e femminili sempre nuovi e in costante mutazione, riprodotti sui due schermi collegati. Gli output che vediamo passare sugli schermi dell’opera, infatti, non sono combinazioni di immagini esistenti, ma immagini uniche generate dalla AI sul momento, grazie a uno specifico addestramento. Klingemann non solo sperimenta con più coraggio le applicazioni della GAN in campo artistico, ma utilizza per l’addestramento della AI un database molto più ampio e variegato, introducendo così una significativa imprevedibilità nel processo generativo.
Artisti e AI – Anna Ridler – Fall of the house of Usher
Il biennio 2018-2019 rappresenta quindi un momento fondamentale per l’ingresso delle opere d’arte create con AI, non solo nel mercato dell’arte ma anche nell’immaginario del grande pubblico, che si apre a una dimensione estetica completamente nuova e si lascia affascinare da scenari inediti e accattivanti.
Un’altra artista che esplora le nuove tecnologie come fonte di ispirazione e strumento per la genesi delle proprie opere è Anna Ridler. Il suo è un approccio leggermente diverso, in quanto realizza personalmente i data set per addestrare le GAN che costituiranno il punto di partenza per la realizzazione delle sue creazioni.
Nella costruzione di una delle sue opere ad esempio, Fall of the house of Usher, – film breve di animazione ispirato a una produzione cinematografica del 1928 a sua volta ispirata al racconto di Edgar Allan Poe – fa una ricerca estetica minuziosa, realizzando 200 dipinti attraverso cui la macchina viene addestrata per imparare a generare immagini che portino in sé l’essenza e lo stile dell’artista all’interno di una nuova dimensione narrativa. Anna Ridler addestra quindi la AI con le sue stesse opere e gli output generati avranno sempre una fortissima connessione con l’artista e non solo, mentre i training set diventeranno a loro volta una vera e propria opera d’arte nell’opera d’arte.
Concludiamo la nostra prima carrellata di artisti con Refik Anadol, considerato pioniere nell’estetica dell’arte generata da AI. Definito anche l’artista dell’umanesimo digitale, Anadol parte come presupposto da una ricerca interdisciplinare sulla relazione tra mente umana, architettura ed estetica. Con le sue straordinarie performance e istallazioni invita il pubblico a immergersi e a immaginare incredibili realtà alternative in spazi contemporaneamente fisici e virtuali.
Artisti e AI – Refik Anadol – Renaissance Dreams(Palazzo Strozzi – Collezione NFT, 2022 – Photo by ©ElaBialkowska OKNO Studio)
Può essere definito un architetto di percezioni, che pone lo spettatore dentro l’opera per fargli sentire l’invisibile da tutte le dimensioni possibili. Per fare questo usa i dati disponibili intorno a noi come materia prima e li fornisce a complessi sistemi di reti neurali a cui le AI attribuiscono anche volumi, colori e suoni in una complessa elaborazione, in cui memoria collettiva, storia, arte e scienza si combinano alla tecnologia dando vita a nuove esperienze di tempo e spazio, in cui AI ed essere umano convivono in equilibrio.
Anadol usa i big data come pigmento e dipinge con la AI, che definisce il proprio pennello pensante, creando imponenti, stupefacenti, alternative dimensioni. La sua arte digitale, fatta di colori luci e suoni, indaga i confini dello spazio e della veglia ricreando una collisione tra mondo virtuale e mondo fisico.
(Continua…) [...]
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