Three Faces

La terza faccia della medaglia

StreetBook Magazine #25


StreetBook Magazine #25 // Settembre 2022

LOTTA, LEGGI, PENSA, VIVI.

NON ESTINGUERTI.

“Forse sono io che sbaglio. Ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo”. Queste sono le ultime parole ufficiali pronunciate da Pier Paolo Pasolini e rilasciate nel pomeriggio del 1° novembre 1975 a Furio Colombo de La Stampa, al quale Pasolini stesso suggerì il titolo dell’intervista, ‘Perché siamo tutti in pericolo’, ricalcando di fatto quella chiusura così ineluttabile da sembrare un cupo presagio. E non ci riferiamo al fatto che, di lì a poche ore, Pier Paolo sarebbe stato massacrato di botte sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia da personaggi tuttora ignoti. O meglio, lo accogliamo quel fatto, scevro da ogni fatalismo profetico e solo constatando con amarezza che quei personaggi rimarranno ignoti ancora a lungo e forse per sempre perché, per il resto, l’ineluttabile che sta dietro le ultime parole di Pasolini non riguarda solo lui, ma ci coinvolge tutti anche a distanza di decenni. Basterebbe ripercorrere ciò che avvenne prima e ciò che è accaduto dopo quel 2 novembre di quarantasette anni fa per rendersene conto. Perché quando Pier Paolo ci parla di cultura di massa e di esseri umani ridotti a macchine che si scontrano tra di loro; quando ci parla degli intellettuali incapaci di analizzare la realtà attuale e di come i complotti ci facciano delirare perché ci assolvono dal peso di confrontarci con la verità; quando ci parla del fallimento di un sistema sociale fondato a tutti i livelli su un alienante conformismo e di come la “gente povera”, rispetto al passato, invece di lottare per abbattere il padrone, si batta per diventare quel padrone; quando definisce insomma, con lucido sgomento, i tratti della sua epoca, ci fa quasi pensare che in fondo, dopo quasi cinque decenni, questo Paese, e forse tutto l’Occidente, sia rimasto alla stessa pagina. Per questo, nel nostro piccolo, abbiamo deciso di dedicare questo numero di StreetBook a quello che è a tutti gli effetti uno degli intellettuali, forse l’intellettuale più incisivo del nostro Novecento. Perché se ci arrendiamo all’evidenza dello stato attuale di questa società; se rifiutiamo il dibattito e il diritto individuale e collettivo di sollevare il legittimo dubbio su questioni di capitale importanza per paura di essere additati come servi ora di una, ora dell’altra parte in campo, che quotidianamente si scontrano, senza alcuna reale presa di coscienza o riflessione ma per puro e semplice tifo; se accettiamo quindi di essere complici in questa sistematica guerra fra poveri, allora sì, siamo davvero in serio pericolo e gli avvenimenti degli ultimi tempi sono qui a dimostrarcelo in maniera allarmante. [continua a leggere nell’editoriale a pagina 5 di StreetBook Magazine]

 

 StreetBook Magazine: l'ultimo numero assoluto e una festa per celebrarlo (oltre a una nuova pubblicazione in cantiere)

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