QuaranThreevial N°7: Fake News
La brutta Bestia
di Stefania Venuti

Ti è mai capitato di condividere una notizia che poi si è dimostrata falsa? Hai mai fatto una figura di merda parlando di un argomento, per poi scoprire che era solo una bufala letta mentre eri in bagno durante una conferenza? Beh, non sei il solo, tranquillo.
Sempre più spesso, e ora più che mai, ci imbattiamo in articoli che urlano “al gomblotto” o che pretendono di rivelare chissà quale grande verità che tale non è (e solo per una manciata di click o di voti in più).
L’utente medio, solitamente affascinato dal titolo altosonante, condivide questo articolo e alimenta la disinformazione, la misinformation, acchiappalike o malinformation, chiamala un po’ come ti pare.
Vorresti evitare questo? Ecco alcune semplici regole per farlo:
Regola d’oro: Diffida da qualsiasi cosa tu stia leggendo. Che non vuol dire non credere a niente di quello che leggi, ma semplicemente approfondire la notizia per sviluppare il tuo pensiero critico e scansare le fake news. Non a caso il nostro motto è: Lotta, LEGGI, PENSA, vivi. Non estinguerti.
1. Il sito. Attento al sito a cui stai facendo affidamento. Ne esistono innumerevoli che divulgano bufale a scopo satirico: insomma, un paio di risate vanno pure bene, ma di certo non sono notizie da prendere per vere. Attento soprattutto ai siti che hanno una denominazione semi-veritiera, come “Il Fatto Quotidaino” che di certo non è “Il Fatto Quotidiano”.
2. I titoli. Spesso e volentieri questi tipi di articoli fanno leva sulla fiducia e sulla speranza delle persone. Quindi titoli come “Trovato il vaccino al Covid!” e “Fumare riduce l’infettività dei virus!”, certo, sarebbero delle notizie bellissime – e il ditino ci pigia sopra per saperne di più, è più che naturale – ma nella quasi totalità dei casi vi stanno pijando per il culo, sappiatelo. Quindi, anche qui, diffidate da queste notizie, soprattutto se hanno i punti esclamativi o di sospensione nel titolo, non sono professionali. E aggiungerei di diffidare anche da chi utilizza gli spazi prima e dopo la virgola (“ , “).
3. L’autore. Se volete davvero essere sicuri che una notizia sia vera, verificate se l’autore esiste, chi è, cosa fa. Se ad esempio l’autore è “PaXereLLo_xoxo”, che ve lo dico a fa’. Potrebbe anche essere “Mario Rossi” per quanto mi riguarda, ma Mario Rossi chi? Ha lasciato un link per collegarsi al suo blog o ai suoi canali social? Credo che un vero autore di notizie le sue info le lascerebbe, anche solo per farsi pubblicità. Logico no?
4. I dati e le fonti. Più dettagli ci sono all’interno di un articolo, più è attendibile la notizia. Una delle prime regole del giornalismo infatti è la famosa regola delle 5W: What? Who? Where? When e Why? (Cosa? Chi? Dove? Quando e Perché?). E ti dirò di più, se queste sono correlate con link alle fonti e la notizia viene riportata da altri siti, l’articolo che hai letto probabilmente è vero.
5. I fotoritocchi. Queste sono un po’ più difficili da decifrare ma vi do una dritta per capire se le foto sono ritoccate o no. Guardate per prima cosa la luce di questa foto: se ad esempio abbiamo una foto che ha il sole sulla destra e un soggetto invece ha la luce opposta, è chiaramente falsa. Se è notturna cercate comunque di individuare i punti luce, i lampioni, le insegne, e se quest’ultime sono colorate, di certo avranno un riverbero dello stesso colore sulle figure all’interno della scena. Guardate le ombre di questa foto, mi dispiace dirlo, ma l’unico individuo che può non avere un ombra è Peter Pan.
Per concludere, generalmente su internet è possibile trovare l’elenco dei siti più conosciuti da cui diffidare, ma è difficile stare al passo con essi perché crescono come funghi, specialmente in questo periodo, nel corso del quale infatti è stato registrato un’incidenza sulla disinformazione in incremento tra il 5 e il 6%.
Detto ciò spero che queste pillole possano aiutarti in futuro a non incappare in qualche fake news.
Quindi evita la figura di merda, informati.