Emotivi Anonimi
di Roberta Dell’Ali
Illustrazione di Mìles
“Gli E.A. (Emotivi Anonimi) sono pronti ad accogliervi ogni mercoledì alle 17.00.
Vi aspettiamo in Via delle passioni al civico 6.
Non abbiate timore: ogni emozione può essere gestita, se condivisa.”
Che bigliettino di merda. E merda se mi tocca andarci!
Per forza, l’ho promesso a mia mamma e lo strizza cervelli lo ha definito “essenziale per il risultato della terapia”. Visto quello che mi costa raccontare le mie turbe mentali a quella pelata occhialuta, effettivamente tanto vale darci un’occhiata. Cazzo, spero di non sbottare alla prima stronzata…
Se poi c’è un tizio idiota che racconta di quanto sia difficile gestire la sua timidezza e di quanto sia enormemente difficile invitare una tipa ad uscire senza vomitarle in faccia, che minchia faccio? Dio Cristo, lo meno sicuro. Oppure no. Facciamo che se ti parte l’embolo e senti che stai per pestarlo male, tu te ne vai: intesi? Sì, sì. Mi sembra un buon compromesso.
Io oggi non picchio nessuno, non sbraito, non piango, non divento rossa, non lascio che la pressione si alzi al limite dell’irrimediabile come al solito: io oggi sono estremamente calma.
Oggi io saprò gestirmi.
«Eh no, cazzo… Questo no! Ma porca miseria! Ma guarda dove cazzo vai, coglione di merda! Cazzo! La camicia era appena lavata e stirata! Ma porca puttana, a cosa pensi mentre cammini? Vaffanculo, brutto mentecatto!»
Calma, CALMA.
Non voleva rovesciarti il caffè addosso, è stato solo un incidente… Chiedi scusa. Porca puttana, chiedi scusa, perché abbiamo speso 90 euro a seduta per imparare a farlo!
«Scusi… Non volevo dire nulla di tutto ciò che ho detto, mi ha colto alla sprovvista e sono piuttosto nervosa. Sa com’è, settimana difficile, mille pensieri. Mi scusi, davvero».
Okay, se l’è bevuta. Cazzo, sei stata veramente brava! I miei complimenti, era da tanto che non rientravi così velocemente da una crisi imprevista e con così tanta classe. Sembrava quasi che ti spiacesse davvero aver dato di matto. Dai che forse non sono tutti soldi buttati nel cesso: mamma aveva ragione, la pelata occhialuta sa il fatto suo. D’altro canto, mamma ha sempre ragione.
Via delle passioni 6, è questa. L’incontro per Emotivi Anonimi in Via delle passioni: coincidenza o mero cattivo gusto? L’una e l’altra mi fanno incazzare. Meglio non pensarci, devo mantenere la calma e non uccidere e/o ferire nessuno. Su, da brava, entra, sorridi, siediti, non ti innervosire e, se te lo chiedono, parla. Parla, sì… ma di che parlo? Ho avuto una settimana di merda. Che gli dico?
Potrei raccontargli dell’altro giorno, quando quelle due sorelline (sei e nove anni? Potrebbe) hanno litigato e sono dovuta intervenire. Che poi era inevitabile: tutta colpa di quelle stupide bambole. – È mia! -, – no è mia! -, – se non mi dai Sissi lo dico alla nonna -, via così per due ore e sono intervenuta senza pensarci. La grande ha preso la graziosa Sissi e l’ha decapitata. E di nuovo avventatamente sono intervenuta, la piccola ha spinto la sua sorellona, l’ha fatta cadere e le ha provocato una notevole escoriazione sul ginocchio sinistro. Massì, so’ bambini, Gesù Santo! Solo così crescono e si fanno le ossa: intervenire è stato un mio dovere.
Potrei anche dirgli di sabato, quando al TG hanno passato quella terribile notizia. Quella dell’extracomunitario pestato a sangue da due deficienti cerebrolesi che pensavano stesse rubando il loro borsellino e non avevano capito che lo stava restituendo perché non sanno nemmeno mettersi le cose in tasca e allora giù di calci e legnate. Potrei dire che la stupidità mi innervosisce così tanto da avermi indotto a spaccare un bicchiere sulla testa di Salvini… anche loro mi diranno che non è il modo giusto, ma loro non lo sanno che significa essere me: non lo sanno. Forse questo non glielo dico, li spaventerei.
«E poi l’altro giorno ho letto di quell’attacco chimico in Siria, l’ennesimo oltraggio alla vita umana. Mi sono indignata, ho pianto lacrime pesanti e dense. Ho passato ore a stare male, a sentirmi la Tristezza che sono. E l’impotenza.. l’impotenza che ho visto riflessa allo specchio mi ha schiacciato. Ma come si può…»
Oh! Povera cara emotiva anonima, guardala com’è affranta! Mi rode il culo che il mondo sia così colmo di gente meschina, guarda sta povera Crista qui quanto s’è fatta carico della bassezza altrui. Se solo le persone avessero un millesimo di questa empatia io mi incazzerei la metà.
Magari racconto che quel giorno davanti alle stesse immagini e parole io sono diventata una bestia ed ho litigato ferocemente con quel coglione che “a me che me ne fotte, la Siria è lontana. E poi sono tutti fotomontaggi”. Magari se le dico che l’ho mandato in ospedale si sente meglio. O forse si rattristerà anche per lui.. che palle, la gente che non sa incazzarsi proprio non la tollero.
Quella storia là dell’altro giorno, quella dei due ragazzi che lui l’ha lasciata in tronco e senza ragioni, da vigliacco. Vorrei vedere se non ho fatto bene a mettermi in mezzo: è giusto che lei gli abbia rigato la macchina, bucato le ruote e fatto l’occhio nero. Cazzo se era giusto.
La gente deve proprio imparare a perdere le staffe, prendermi per mano ed incazzarsi di brutto.
Che poi ‘sta settimana è stata un vero inferno. Ci sarebbe la vicenda del giovane baldo gay che ha fatto saltare un dente all’omofobo rincoglionito che da giorni lo insultava sproloquiando sulla genuinità della famiglia tradizionale cristiana. Non dovevo fare niente?
O quella ragazza che è stata quasi violentata e all’ennesimo “però tu, gioia, il vestitino corto non devi metterlo” ha rivendicato l’insostenibilità dei quarantacinque gradi all’ombra ed ha dato un calcio nelle palle al simpatico consigliere? Neanche lì dovevo metterci lo zampino?
O quel signore di ottant’anni che ha visto piangere una madre che ha perso un figlio e allora ha imprecato contro Dio perché trova ingiusto che lui sia ancora qui a “vivere” di farmaci, pannolone, girello e dolori ed ha mandato a fanculo il prete quando gli ha rammentato che la vita è meravigliosa?
Chissà se anche ‘sti cerebrolesi di emotivi mi diranno che non si fa così.
Tutti continuano a dirmi che dovrei farmi i cazzi miei o quanto meno essere più razionale ed evitare di oscurare tutte le altre emozioni. Sì, per carità, a volte sono poco riflessiva, ma quanno ce vo ce vo e a me sembrano tutte situazioni in cui venir fuori è pressoché doveroso.
Forse potrei raccontare di giovedì, quando…
Oh cazzo. Guardano me. Okay, respiro profondo, vogliono solo che ti presenti:
«Ciao, io sono Rabbia e non picchio nessuno da ventiquattro ore.»