Made of star stuff
AEC Interesni Kazki celebra Margherita Hack
di Three Faces
Il 2022 si sta certamente dimostrando un’annata tutt’altro che irrilevante. Non è solo per l’ostinazione nel voler scippare la palma di peggiore anno dei tempi recenti al 2020, ma è anche la sua strana tendenza a farci tornare spesso indietro di cento anni, sia per corsi storici che ci auguriamo non diventino ricorsi – e onestamente i recenti fatti politici ci stanno facendo abbastanza sudare freddo – sia perché la generazione nata nel 1922 è effettivamente una classe che si potrebbe definire stellare: Jack Kerouac e Kurt Vonnegut; Josè Saramago e Maria Luisa Spaziani; Enrico Berlinguer e Pierre Cardin; Francesco Rosi e Beppe Fenoglio; Gassman e Tognazzi; Charles M. Schulz, quello dei Peanuts, e Pier Paolo Pasolini – vi ricordiamo di tenervi pronti per il prossimo StreetBook Magazine.
Infine, parlando di classe stellare, non potevano mancare star hollywoodiane come Ava Gardner, Doris Day e Judy Garland (premio oscar per È nata una stella, guarda un po’), ma soprattutto non poteva mancare una donna che con le stelle, quelle vere, aveva un rapporto privilegiato: Margherita Hack.
“Sono nata il 12 giugno 1922 in una città bellissima, Firenze. Non ci crederete ma il caso ha voluto che la strada dove sono nata si chiamasse proprio via delle Cento Stelle”
Margherita Hack
E proprio a pochi metri, anzi all’incrocio tra via Giuseppe Sirtori e via delle Cento Stelle per essere precisi, esattamente dove sorge la scuola media ‘Dino Compagni’, l’artista ucraino AEC Interesni Kazki ha celebrato i cento anni dalla nascita dell’astrofisica fiorentina con un’opera murale a tema cosmologia e progresso scientifico, commissionata dalla Street Levels Gallery e intitolata 1922-2022. Made of star stuff. Un titolo che richiama le parole di un altro grande astrofisico, Carl Edward Sagan, spesso riprese dalla stessa Hack, la quale ne fece anche un libro: Siamo fatti di stelle, appunto.
“Noi siamo il modo attraverso cui l’universo conosce sé stesso. Una parte della nostra esistenza sa che è da lì che veniamo. Desideriamo tornarci, e possiamo farlo, perché il cosmo è anche dentro di noi. Siamo fatti di stelle”.
Carl Edward Sagan
Aleksei Bordusov aka AEC Interesni Kazki è noto a livello internazionale per la sua pittura surrealista, ispirata alla scienza, alla cosmologia e ai tempi passati e nel caso specifico di Made of star stuff – realizzata tra il 2 e il 18 settembre – ha cercato di combinare l’immagine mitologica greco-egiziana di Zeus Ammone, dio del cielo, con quella di Margherita Hack.
Come ci spiega molto bene la committente Street Levels Gallery, “AEC è uno dei pochi muralisti internazionali in grado di raccogliere l’eredità di temi complessi che intrecciano la natura, l’essere umano e il sovrannaturale. Il risultato della sua ricerca artistica è un alfabeto evocativo estremamente riconoscibile, capace di unire il figurativo e l’allegorico senza scadere nella banale riproduzione didascalica. La sua narrativa mette le radici nel passato, dalla storia del cosmo fino a quella della civiltà umana, per rinnovarsi continuamente grazie alla sua visione immaginifica e alla singolare stilizzazione surrealista“.
Ed è lo stesso artista ucraino a sottolineare come il proprio lavoro sia “un’opportunità per comprendere le ragioni mistiche dell’Universo”, un’ambizione che inevitabilmente lo accomuna alla Hack come fossero, spiega Street Levels “entrambi destinati, seppure con strumenti diversi, ad essere degli instancabili ricercatori dell’ignoto“.
Ora, noi qualche foto qua ve la mettiamo pure, però il consiglio è quello di fare un salto alla ‘Dino Compagni’ per ammirare l’opera dal vivo, che fidatevi, è tutta un’altra storia.